Wednesday, November 12, 2008


Mi sono svegliato con questi versi in testa, anche se stilisticamente non è una poesia...

Scivolai nella melassa della notte,

Pensando già al risveglio dell’indomani,
quando avrei avuto il saporaccio di prima-mattina in bocca,
che avrei lavato con caffè e nicotina.
E invece venni catapultato davanti la Porta,
che silente e megalitica mi osservava di fronte.

E come ogni sogno, troppo strano per essere vero,
mi adeguai alla nuova realtà;
come marionetta avanzavo al suo cospetto,
mentre un uomo ed una donna, ai lati di essa,
mi aspettavano frementi.

Per me non si spalancarono quelle gloriose ante,
giacché troppo indugiai nei piaceri dell’egoismo.
Seppi che ero morto, così come avevo vissuto:

indifferente alla vita.

Ora che come gli altri non ho pace lontano dal Sole,
avvinghiato ad un buio troppo freddo, arranco nel rancore
di quello che non ho potuto, di che quello ce non ho voluto.

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